Negli ultimi due anni si è affermata la professione di Social Media Manager, una della tante “nuove professioni” nate con l’avvento dei nuovi media digitali. Il problema però rimane lo stesso e accomuna tutto il filone di nuove professioni e professionisti legati al nuovo che avanza, ossia la difficoltà nel far comprendere chiaramente di cosa ci si occupa dal mattino alla sera.
E diciamolo serenamente, a volte la colpa è anche nostra che proprio non riusciamo a fare a meno di qualche termine americaneggiante che fa un sacco figo ma alla fine non aiuta per niente.
Quindi, la domanda che periodicamente un SMM si sente fare è:
Sì vabbè, ma che lavoro fai tu che sei Social Media Manager?
Il Corriere delle Comunicazioni ha provato a fare luce sulla questione, raccogliendo il contributo di Valérie Dupin (SMM di Fastweb), Nicolò Michetti (CEO di Digital PR) e il mio. Mi piace pensare che alla fine siamo riusciti a costruire un po’ di consapevolezza in più su cosa diavolo combiniamo tutto il giorno e che non siamo per forza degli smanettoni… anzi.
La sintesi?
Il guru della comunicazione? E’ il Social Media Manager.
Dialoga in Rete, risponde, attira l’interesse, sposta il consenso. Ma non è uno “smanettone”: serve spiccata attitudine culturale.
Qui l’articolo completo, molto interessante anche per il SMM che crede di aver capito davvero che lavoro fa.